Dio ne scampi dagli Orsenigo

Dio ne scampi dagli Orsenigo

Appartenente a un'illustre famiglia napoletana di tradizione liberale, Vittorio Imbriani fu allievo di Francesco De Sanctis a Zurigo, e partecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Aveva tutte le carte in regola per diventare un letterato di successo: ma il suo temperamento polemico e insofferente, la sua cruda vena satirica, l'originalità del suo stile gli valsero una fama di bizzarria e stravaganza che impedì la diffusione e la comprensione delle sue opere saggistiche e narrative."Dio ne scampi dagli Orsenigo" è una commedia grottesca e divertentissima: i personaggi e le vicende sono tipici del romanzo borghese, ma deformati e capovolti da una violenta carica satirica, frugati e rivelati nella meschinità dei loro movimenti, nell'inconsistenza delle loro passioni. L'amore eterno e sublime che l'eroina Radegonda Orsenigo vota al povero ufficiale di cavalleria Maurizio Della Morte è in realtà un tremendo equivoco, una trappola appiccicosa dalla quale, in omaggio a un assurdo senso dell''onore' e al 'cliché' romantico, è impossibile disimpegnarsi; e Maurizio finirà inchiodato, per debolezza e viltà, a questo gioco delle parti che ha già in sé tante implicazioni pirandelliane, ripetendosi sconsolato: "Ma se lo dicevo io, che non c'è verso, di liberarsi da una donna, che si sacrifica, per noi".
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