L'arcobaleno della gravità
Nel 1944, Londra viene colpita dai razzi V-2: arrivano in silenzio, poi esplodono. Il tenente americano Tyrone Slothrop, però, sembra averne una sorta di premonizione: ogni volta che ha un’avventura erotica, un missile cade esattamente lì, dove tutto è appena accaduto. Una coincidenza? Non per chi lo osserva con attenzione. Scienziati, spie e figure dagli acronimi improbabili iniziano a studiarlo come si fa con un caso clinico o un guasto cosmico. Così Slothrop fugge — o viene spedito? — attraverso l’Europa in frantumi, inseguendo (o inseguito da) un Razzo misterioso, lo 00000. Da qui in poi, le cose si complicano. Locali equivoci, zone smantellate, visioni lisergiche, profeti catastrofici, bambini telepatici, ingegneri ossessionati, razze sintetiche, plastica erotica e un razzo che, forse, contiene un’anima. Thomas Pynchon compone una partitura vertiginosa in cui sacro e osceno, filosofia e slapstick, pornografia e metafisica convivono come in un sogno troppo lungo. "L’arcobaleno della gravità" è un romanzo che va letto dimenticando tutto quello che si credeva di sapere sui libri: non cerca di spiegare il mondo, lo mappa come una follia lucida.
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