Il colore dell'acqua

Il colore dell'acqua

"Quando ero piccolo non scoprii mai da dove venisse mia madre: dove fosse nata, chi fossero i suoi genitori. Quando glielo chiedevo mi rispondeva: 'Mi ha creata Dio'. Quando le domandavo se fosse bianca diceva: 'Ho la pelle chiara' e cambiava discorso." Così comincia il "Colore dell'acqua", la storia stupefacente della figlia di un rabbino polacco, giunta in America all'età di due anni, che a diciannove anni, nel 1941, si innamora di un nero, fugge ad Harlem, si sposa, viene ripudiata dalla famiglia d'origine, fonda con il marito una chiesa battista, e alleva in mezzo a inenarrabili difficoltà dodici figli, tutti arrivati al diploma o alla laurea. Nell'America della feroce divisione razziale, lei, unica donna bianca in un quartiere nero, rifiuta di dare il minimo peso al colore della pelle. Quando i figli le chiedono se sono bianchi o neri, risponde: "Siete esseri umani"; e quando le domandano di che colore è la pelle di Dio, dice che è del "colore dell'acqua". E' uno dei figli di Ruth McBride Jordan (nata Ruchel Dwajra Zylska) a convincerla, dopo anni di tentativi, a raccontare la sua vita fuori dal comune; così questo libro a due voci - un figlio alla ricerca delle proprie radici, e una madre ben poco sentimentale che a quelle radici ha rinunciato senza rimpianti - è un viaggio oltre le differenze religiose e razziali, oltre gli odi e i pregiudizi, oltre il mito stesso delle radici e delle origini; è l'avventura, degna di un grande romanzo, di una famiglia segnata dai lutti e dalla miseria e illuminata dall'entusiasmo e dalla gioia di vivere; è un inno ininterrotto alla forza dello spirito umano.
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