Il sangue della Cina

Il sangue della Cina

Un reportage sullo scandalo di un'epidemia negata dal potere politico. Agli inizi degli anni Novanta le autorità sanitarie dell'Henan, provincia rurale arretrata e molto popolosa della Cina centrale, hanno incitato gli abitanti più poveri a vendere il proprio sangue per arrotondare il reddito. La raccolta ematica, eseguita senza controlli e nell'assenza di precauzioni igieniche, si è tradotta immediatamente in un'epidemia di epatite e di contagio da HIV di proporzioni colossali. Alla catastrofe umana senza precedenti che ha decimato intere famiglie, lasciando migliaia di orfani, si aggiunge lo scandalo del mancato intervento delle autorità che sapevano dal 1994 - epoca in cui il virus dell'AIDS era già ampiamente documentato - ma non hanno fatto nulla fino al 2003. Primo fra i giornalisti francesi a rivelare l'entità della piaga, Pierre Haski è poi tornato in quei villaggi 'dimenticati' in compagnia del fotografo Bertrand Meunier, viaggiando di notte per evitare le milizie che sbarravano la strada alla stampa e alle organizzazioni non governative cinesi. Un reportage agghiacciante che punta il dito sul colpevole insabbiamento dell'emergenza - atteggiamento che il governo tende ad adottare in più situazioni, con notevole pericolo per l'intera comunità internazionale - e su un silenzio omertoso e impunito.
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