Natascha. Otto anni con l'orco

Natascha. Otto anni con l'orco

Dal pomeriggio del 23 agosto 2006, quando è riuscita a fuggire dalla villetta alla periferia di Vienna dove Wolfgang Priklopil l'aveva tenuta segregata per più di otto anni, la vicenda di Natascha Kampusch ha provocato un'ondata di reazioni contrastanti che non si è ancora arrestata. Commozione, stupore e sollievo per il lieto fine di un caso che era stato ormai archiviato, ma anche sgomento e inquietudine di fronte alla lucidità e alla sicurezza ostentate dalla diciottenne. Le dichiarazioni da lei rilasciate a pochi giorni dalla fuga nella famosa intervista televisiva hanno contribuito ad alimentare un turbine di dubbi e sospetti insidiosi. È normale che una ragazza, dopo essere stata costretta a vivere per 3096 giorni in un sotterraneo di cinque metri quadri, con aria e cibo razionati, possa affermare: "Quella è la mia casa"? Come può disprezzare il termine "vittima" e rifiutarsi di definire Priklopil suo "rapitore"? È vero che avrebbe avuto più di un'occasione per scappare ma non ne ha approfittato? Perché è così reticente circa alcuni dettagli sul rapporto con il suo carceriere? In una ricostruzione avvincente come un giallo, gli autori svelano i risultati inediti delle loro ricerche e tentano di dare una risposta definitiva alle tante domande ancora aperte. Attraverso interviste e testimonianze raccolte nel luogo del drammatico evento, descrivono con dovizia di particolari lo scenario che ha fatto da cornice al rapimento. Ma soprattutto presentano per la prima volta i contributi di numerosi psichiatri ed esperti che stanno studiando il caso. In questo modo, offrono una chiave di lettura obiettiva e autorevole per comprendere appieno l'unicità di questa storia e la complessità di un rapporto che va ben oltre la dicotomia vittima-carnefice, dimostrando come, di fronte ai misteri della mente umana, i nostri criteri di giudizio debbano essere sempre rimessi in discussione.
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