Il pubblico del teatro sociale

Il pubblico del teatro sociale

Non si riesce a immaginare attore senza spettatore, spettacolo senza destinatario, teatri senza pubblico. Teatri e non teatro: luoghi, tipologie, linguaggi, nuovi soggetti, trasformazioni radicali, determinano oggi l'uso plurale del fare e del vedere teatro. Il teatro sociale si configura come uno spazio impervio e insieme necessario agli artisti e agli operatori, consolidati e di nuova generazione. Lo è anche per il pubblico? Il libro traccia un percorso nei luoghi del disagio sociale, attraverso l'intreccio di molte voci, cercando di indagare anche le ragioni di chi il teatro lo sceglie da spettatore consapevole, riconoscendone la funzione di mediatore e facilitatore dell.integrazione. Opinioni, narrazioni, conflitti, dubbi, ma anche primi modelli di formazione degli operatori e del pubblico vengono ospitati in queste pagine, cercando di seguire la traccia proposta da Giorgio Testa, quando rileva che "il teatro che si pratica con soggetti svantaggiati, disabili e variamente "esclusi", a scopo di cura, riabilitazione, riscatto, è, per statuto, un teatro necessario soprattutto a chi lo fa e nel suo farsi... Tuttavia, non solo tale teatro contiene già in sé, come scelta, l'aspirazione e la sfida a far vedere ciò che socialmente si vorrebbe tener nascosto, ma nei fatti un pubblico alla fine lo incontra e, anzi, sempre più spesso, lo reclama".
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