Oltre il velo. La donna nell'Islam da Maometto agli ayatollah

Oltre il velo. La donna nell'Islam da Maometto agli ayatollah

Il velo, la segregazione, la sofferenza della poligamia, l'atmosfera morbosa dell'harem: la condizione storica della donna nell'Islam appare ancor oggi, nell'immaginazione occidentale, come la quintessenza della subordinazione femminile. Ma questi 'barbari costumi' - come dimostra l'autrice del libro attraverso una ricostruzione storica che parte dalle società preislamiche per arrivare all'età contemporanea - furono ereditati dalle culture (bizantina e sassanide soprattutto) e dalle religioni prevalenti del Vicino Oriente. Le società islamiche, dunque, non sono state più oppressive verso le donne rispetto ad altre, e oggi non sono invariabilmente chiuse a reinterpretazioni e cambiamenti. Proprio per questo, le critiche del femminismo moderno alla condizione delle donne mussulmane rischiano di alimetare la xenofobia occidentale verso l'intera cultura islamica, e per contraccolpo le tendenze fondamentaliste: come dimostrano le polemiche sul 'ritorno al velo', che non colgono secondo la Ahmed, l'ambivalenza del fenomeno. In virtù del rispetto che il velo incute, le donne islamiche non sono più confinate nello spazio privato, ma stanno imponendo, per ironia della storia, la loro presenza nello spazio pubblico, un tempo riservato agli uomini. Grazie al loro più alto livello d'istruzione e alla conoscenza più profonda dei testi islamici, inoltre, l'uomo non può più imporre loro una univoca interpretazione dell'Islam: la vera via dell'emancipazione delle donne islamiche - questa è la tesi originale e provocatoria della Ahmed - non deve limitarsi all'importazione dei modelli del femminismo occidentale, ma può passare attraverso l'accettazione e la reinterpretazione critica della propria tradizione culturale e religiosa.
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