Le origini del fascismo italiano

Le origini del fascismo italiano

La nazione non è un fatto naturale: questa è la tesi fondamentale di Ezio Sereni. Per diventare nazione occorre riscoprire una storia, reinventare un gruppo, dare un senso alla propria azione nel presente. Nella realtà italiana non è vero che il razzismo abbia sperimentato l'idea di nazione. Per Sereni era vero, invece, prorpio l'opposto: l'esperienza fascista è il prodottto del fallimento e del tracollo dell'idea di nazione. Solo un nuovo incontro tra rinnovamento democratico e cultura socialista avrebbe fatto risorgere l'idea di nazione.Questa la tesi di fondo cui giunge Sereni, in questo saggio rigosoro e appassionato. Sereni lo scrisse nel 1939, appena dopo l'emanazione delle leggi razziali in Italia, rivolgendolo ai suoi compagnmi di kibbutz, quasi per riflettere collettivamente sulle ragioni dell'impegno sionistico e insieme coerentemente antifascista. Ma non si tratta solamente di un testo militante. Da un lato esso si inserisce autorevolmente nella migliore storiografia individuando le ragioni del fascismo nelle mancate risposte alla tumultuosa modernizzazione, all'ingresso rivoluzionario delle classi subalterne e degli intellettuali declassati sulla scena politica del primo dopoguerra. Dall'altro costiutisce una proposta rivolta al caledoscopio meridionale, in cui la rinascita politica del popolo ebraico, attraverso il sionismo, avrebbe dovuto aprire a una possibilità democratica anche per i palestinesi. Due ragioni di interesse e di insuperata attualità.
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