I delitti di Maccia d'aràru. Le indagini del capitano Roversi
Maggio 1963. Nei locali della ditta Laurus, in località Maccia d'aràru, alla periferia di Sassari, viene rinvenuto il corpo senza vita di Basilio Pisanu, il contabile dell'azienda, nello stesso luogo in cui, quasi ventisette anni prima, era stato ucciso anche il vecchio proprietario, Adriano Salviati. Per l'omicidio del 1936, grazie a una serie di prove schiaccianti a suo carico, era stato condannato all'ergastolo Costantino Mura, successivamente evaso e dato per morto durante il tentativo di attraversamento delle Bocche di Bonifacio per rifugiarsi in Francia. Rientrato ora di nascosto a Sassari, Mura viene riconosciuto e arrestato con l'accusa di aver ucciso anche Pisanu. Nonostante l'evidenza, però, Mura si proclama innocente per entrambi gli omicidi e continua ad accusare proprio Pisanu per l'omicidio di Salviati, come aveva fatto sin dai tempi del primo processo. Diverse circostanze inducono Roversi a credere nella possibile innocenza dell'uomo e la riapertura di un vecchio filone d'indagine, a suo tempo abbandonato anche per motivi politici, conduce il capitano alla scoperta di una sconvolgente verità riguardante le due vittime che potrebbe cambiare tutte le carte in tavola. Un efferato omicidio scuote la periferia di Sassari, le modalità rimandano a un vecchio caso che sembrava chiuso. Toccherà a Roversi riavvolgere le fila della matassa per raggiungere la verità e catturare il vero colpevole.
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