Suona con gentilezza. La mia storia

Suona con gentilezza. La mia storia

«Nel maggio del 1949 Bechet è invitato al Festival del Jazz di Parigi, storica occasione di rinnovato entusiasmo per il jazz da parte dell'Europa dopo la tragedia della guerra. Ai concerti partecipano nuovi, rivoluzionari protagonisti di questa musica come Charlie Parker e Miles Davis, ma è Sidney Bechet a guadagnarsi gli applausi più fragorosi. L'inaspettato successo, l'antico amore per il Vecchio Continente e il desiderio di sentirsi "più vicino all'Africa", come s'intitola uno dei capitoli di questo libro (che significa anche "più lontano" dal soffocante razzismo statunitense) lo portano l'anno dopo a vivere, questa volta definitivamente, dall'altra parte dell'Atlantico. La Francia è la sua nuova patria, fino alla morte che lo coglierà il giorno del suo compleanno nel 1959: Parigi lo adotta, gli esistenzialisti lo chiamano "le Dieu", i suoi concerti sono bagni di folla, la sua sola presenza in un piccolo locale di Juan-les-Pins rende la Costa Azzurra una regione alla moda ben prima di Brigitte Bardot. Ben pochi hanno potuto sottrarsi al fascino delle sue esecuzioni, penetranti come il profumo muschiato di una dama di Storyville, intossicanti come l'assenzio spacciato in una cave parigina: Johnny Hodges ha costruito la propria personalità attorno a quello stile, John Coltrane lo ha aggiornato dedicandogli rispettosamente il sontuoso "Blues to Bechet", Steve Lacy lo ha sottilmente celebrato per tutta la vita, Evan Parker mostra ancor oggi il filo rosso che unisce l'ispirazione del vecchio creolo di New Orleans alle avanguardie radicali». Prefazione di Claudio Sessa. Introduzione di Marcello Lorrai. Nota discografica e guida all'ascolto di Stefano Zenni.
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