Quando l'oceano scavalcò le Ande. 9526 a.C. Il diluvio universale

Quando l'oceano scavalcò le Ande. 9526 a.C. Il diluvio universale

Nel 9526 a.C. un asteroide ferroso di 1,6 km piomba dagli spazi siderali sulla Groenlandia, fa un buco di 31 km e innesca un processo di cambio dell’asse di rotazione. Poi istantaneamente il giroscopio Terra ruota inclinato di 23,2° rispetto all'eclittica solare: è la fine del mondo. Gli oceani lasciano il loro alveo e continuano a girare, a 40.000 km al giorno, attorno al loro vecchio asse, travolgono tutto e tutti, scavalcano le più alte montagne della Terra: è il diluvio universale che lascia numerose ed evidenti tracce in tutto il mondo. Sulle Ande riempie, a più riprese, gli invasi di acqua salata che, a causa dei fortissimi venti, evapora in fretta e ora si possono ammirare i magnifici Salar, splendenti testimonianze di quel cataclisma. Dove non ha lasciato il sale, l'acqua ha ricoperto tutto con una coltre di detriti di 10, 20, 40 metri di spessore: i Moai dell'Isola di Pasqua, la piramide di Cholula, le colline della Turchia... A Gobekli Tepe, un sito della civiltà prediluviana, sepolto dai detriti, è stata rinvenuta a ridosso di una splendida colonna in granito, una manciata di pollini datati 9526 a.C. Guarda caso è proprio il periodo in cui è finita l'Era Glaciale: 11.550 anni fa, quando il sole cominciò a scaldare i Poli, a sciogliere i ghiacci e a rialzare il livello dei mari.
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