Orgoglio e pregiudizio
Nel famoso incipit di Anna Karenina, Tolstoj dice che «tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, mentre ogni famiglia infelice lo è in modo diverso». Ma questo non è vero per Jane Austen, che non ha bisogno di infelicità e di tragedia per raccontare la differenza delle sue «famiglie felici»: gli inganni e le goffaggini, le illusioni e le ingiustizie che sono i segni del quotidiano e faticoso venire a patti con la vita, in quegli spazi futili, variegati e leggeri - il salotto, la sala da ballo, la parrocchia - che la sua scrittura sa riempire di senso e profondità. Felice la famiglia Bennet? Con cinque figlie da sistemare, una madre stupida e ridicola, un padre che disprezza moglie e figlie (tranne una) e passa la giornata nello studio a leggere e fare i conti? Felice quel mondo patriarcale che racconta il potere di chi ha soldi e l’umiliazione di chi non ne ha?
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