Amore e morte nel romanzo americano

Amore e morte nel romanzo americano

Circa vent'anni fa compariva, non senza scandalo, questo fondamentale saggio di Leslie Fiedler sui temi dell'amore e della morte nella narrativa americana. 'Enfant terrible' della critica letteraria d'oltreoceano, l'autore si prefiggeva, come intento principale del suo studio, di "riscattare i nostri grandi libri dai loro commenti ufficiali", avanzando nuove e spregiudicate interpretazioni. L'indagine di Fiedler aveva infatti il merito di rompere l'approccio usuale alla tradizione letteraria americana grazie all'impiego di metodi sino allora trascurati, tratti dalla psicologia del profondo e dall'antropologia sociale. Il corpus narrativo americano viene esaminato sia in relazione alla morale sociale, sia in rapporto agli archetipi della letteratura europea, modificati nell'immaginazione letteraria del nuovo mondo. Negli autori canonici (da Poe a Faulkner) e nei classici dell'infanzia (come "Moby Dick" e "Huckleberry Finn"), Fiedler individua alcune costanti della narrativa del suo paese: il fallimento dello scrittore americano nella raffigurazione dell'amore adulto ed eterosessuale; l'ossessione della violenza, della morte, dell'incesto e dell'omosessualità; la terribile seduzione della pura fanciulla a opera del libertino e infine la segreta attrazione sessuale del negro sul bianco. Attraverso l'analisi della mitologia letteraria emerge tutta l'ambiguità che ha caratterizzato la coscienza nazionale americana nei suoi rapporti con gli indiani e con i negri, e persino nell'incontro con la natura di una terra il cui orizzonte è quello edenico e tenebroso della 'frontiera'.
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