Sola andata

Sola andata

Allevato dagli zingari che in un incidente stradale hanno provocato la morte dei suoi genitori, Aziz è un ventenne di Marsiglia che vive di furti di autoradio. Però i nomi (quel nome arabeggiante che deriva da un gioco di parole) lasciano il segno, giacché il giovane è uno straniero sia per i francesi cui appartiene per nascita (ma il fatto è loro ignoto) sia per i rom che l'hanno adottato (ma non riescono a considerarlo uno dei loro). Un brutto giorno Aziz, che fa di cognome fittizio Kemal, viene arrestao, interrogato e inserito in un programma ministeriale per l'immigrazione. Un funzionario lo deve ricondurre nel paese da cui 'non' proviene, ma che figura sui suoi documenti falsi: il Marocco. L'obiettivo della missione umanitaria è di aiutare il giovane a 'reinserirsi' in una terra di cui non conosce neppure la lingua. Aziz è costretto così a inventarsi un'origine: Irghiz, una magica valle non corrotta dalla modernità, e la colloca fra i monti dell'Atlante. Nel corso del viaggio verso la fantomatica località, tra il giovane e lo zelante assistente sociale che lo accompagna nasce un'amicizia imprevedibile, fatta di sogni impossibili, fraintendimenti, illusioni, sulla quale si imprime una nuova aspirazione di vita ma aleggia anche una sensazione di morte... Una commedia crudele e tenera, una satira che non indietreggia di fronte alla forza dei sentimenti, una storia divertente e spregiudicata contro le idiozie del razzismo. Ma soprattutto un romanzo che farà conoscere anche ai lettori italiani il grande talento di Didier van Cauwelaert.
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