Le furie del mondo intero

Le furie del mondo intero

"Spesso mi costa fatica credere che sono cresciuto nel quartiere di Hoofd, nella famiglia dello straccivendolo, lungo le banchine del fiume." Sì, è proprio piccolo il quartiere della cittadina olandese a sud di Rotterdam in cui Alexander è nato e cresciuto. E non solo nelle dimensioni. In quella provincia gretta, la povertà materiale e la diffidenza verso chi è, per una ragione qualsiasi, 'diverso' attira inevitabilmente il disprezzo dei ragazzi e i maligni commenti degli adulti, e trova una (falsa) consolazione in una religiosità onnipresente. Alexander però ha un rifugio: la musica. Nel magazzino del padre, in cui si trova un vecchio pianoforte, il ragazzo impara a suonare e, aiutato dalle melodie di Bach, Beethoven, Mozart, riesce finalmente a trovare un pò di serenità... fino al 22 dicembre 1956. Quel giorno, Alexander è testimone di un omicidio: Vroombout, un poliziotto dalla dubbia moralità, che sta insidiando per l'ennesima volta il ragazzo, viene ucciso. Il giovane fa in tempo a scorgere gli occhi fiammeggianti di un uomo imponente e si convince che, prima o poi, tornerà per uccidere anche lui. Da quel momento, il ragazzo sarà incessantemente sospeso tra il tentativo di vivere le esperienze dei coetanei - come l'amicizia con i due figli di Alice, la maestra di pianoforte; l'amore con la volubile Janny; la sete di apprendere, grazie agli insegnamenti del colto farmacista Minderhout - e l'ossessiva determinazione a scoprire l'identità dell'assassino. E quel delitto diventa, a poco a poco, un vortice che trascina il ragazzo verso un passato inconfessabile, verso un drammatico episodio legato alla guerra, verso un orrore che unisce in un colpevole silenzio tutte le persone che lo circondano, anche le più insospettabili.
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