Immagini e ombre

Immagini e ombre

Un'infanzia, quella di Iris Bayard, divisa tra mondi distinti ma ugualmente fastosi: il mondo dei nonni americani nel cuore della vecchia New York o nella loro residenza estiva di Westbrook; dei nonni anglo-irlandesi nella casa di campagna di County Kilkenny; della villa materna a Fiesole - Villa Medici -, attorno alla quale gravitava la società intellettuale e cosmopolita di Firenze. Poi, nella sua vita solitaria di figlia unica - benché amorevolmente accudita da nurse e governanti -, i primi compagni: i libri, e il desiderio di diventare una studiosa e una scrittrice. Quindi il matrimonio, nel '24, con Antonio Origo, e la scelta di vivere stabilmente in Italia, nella fattoria toscana della Foce, prodigandosi per far prosperare quelle terre infruttuose e la popolazione povera della val d'Orcia. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, lo sfondo cambia di nuovo: ed ecco Iris Origo che lavora all'Ufficio Prigionieri di Guerra della Croce Rossa; poi alle prese col problema di trovare rifugio ai bambini senzatetto, di nutrire i partigiani, di nascondere e porre in salvo i soldati alleati durante l'occupazione tedesca. Dal periodo che precede la guerra del '14 alla soglia dei settant'anni: un'epoca ricca di eventi che trascorrono sulle pagine dopo essere stati vagliati, come avverte l'autrice, "dal filtro non della mia mente, ma dei miei sentimenti". Così gli innumerevoli personaggi, siano essi Bernard Berenson, Edith Wharton oppure anonimi contadini e soldati, segnano del loro passaggio un'esistenza il cui filo d'Arianna è stato l'affetto, nelle sue varie forme. Quello stesso affetto grazie al quale Iris Origo è stata "capace di cogliere, per quanto in modo imperfetto, qualche vago indizio di immortalità, un'anticipazione, forse, concessa ai miopi, di un altro amore, trascendentale". Con uno scritto di Sergio Romano.
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