La fine della verità

La fine della verità

In un presente troppo veloce, per il giornalista spesso c'è solo il tempo di indicare, mostrare, accompagnare immagini in presa diretta. Ma la realtà è assai più complessa e contraddittoria di quella che vediamo rappresentata ogni giorno dai media. Dopo aver attraversato la guerra in Iraq e i principali conflitti degli ultimi anni, a cinque anni esatti dall'11 settembre, basandosi su documenti e informazioni raccolte sul campo, Monica Maggioni racconta qui di come la stampa è stata condizionata dall'eco delle reciproche propagande: la grande macchina da guerra americana da un lato e il potente network del terrorismo internazíonale dall'altro. Mettendosi in gioco, con tono battagliero, e sguardo critico, oggi si volta indietro e si chiede: "Perché?" Perché la continua mistificazione delle notizie. Perché retoriche opposte e avverse hanno lavorato alla costruzione dello "scontro di civiltà". Con quale obiettivo? A chi fa comodo far credere sia reale e - ancora una volta - "Perché?" Certo, lo "scontro di civiltà" esiste, ma è tra fondamentalisti e moderati, tra fanatici e uomini di pace, nel mondo islamico come in Occidente. Fuori dall'ipocrisia delle parole, nulla è con sembra - scrive - e il nemico non assomiglia affatto a quel che immaginiamo, mentre la paura è qualcosa di concreto, tangibile che cambia per sempre la nostra visione delle cose. Un testo coraggioso, ricco di storie inedite e popolato da personaggi bellissimi proprio perché reali. Una denuncia netta e implacabile della fine della verità. Nei conflitti mediorientali e nel resto del mondo.
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