I dimenticati. Storia degli Americani che credettero in Stalin

I dimenticati. Storia degli Americani che credettero in Stalin

Erano arrivati pieni di entusiasmo in Russia, attirati dalla promessa di lavoro e felicità, di un società più giusta per tutti. Portavano con sé il baseball e il jazz, venivano da Detroit, Los Angeles, Pittsburgh, città messe in ginocchio dalla crisi economica seguita al crollo di Wall Street. Si trovarono a fare i conti non solo con le consuete difficoltà di adattamento che caratterizzano ogni emigrazione, ma con un Paese stretto nella morsa del regime staliniano, che andava trasformandosi nel Terrore vero e proprio. Arrivati in Urss, si videro confiscare il passaporto americano con i pretesti più disparati e furono obbligati ad assumere la cittadinanza russa. Quando poi il meccanismo repressivo entrò in vigore a pieno regime, furono i primi a cadere, privi di qualsiasi aiuto da parte dell'ambasciata americana fresca di apertura e restia a intervenire per proteggere chi aveva rinnegato gli Stati Uniti. Attraverso le storie di due di loro, due giocatori di baseball arrestati e deportati, uno nel gulag della Kolyma e l'altro a Burepolom, questo libro racconta la storia sovietica dalla metà degli anni '30 ai giorni nostri, dalle purghe staliniane al difficile transito verso la democrazia con Eltsin fino alle ombre del nuovo autoritarismo in chiave putiniana.
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