Un invito a cena di troppo

Un invito a cena di troppo

Argirocastro, 1943. Il colonnello tedesco Fritz von Schwabe, che occupa la città, accetta l'invito a cena del dottor Gurameto, medico e notabile, del quale è stato compagno di studi in Germania. Durante la serata, il dottore convince il comandante nazista a rilasciare gli ottanta ostaggi destinati alla fucilazione (fra loro, un farmacista ebreo) imprigionati per rappresaglia dopo che l'avanguardia dell'esercito tedesco, appena entrata in città, è stata attaccata e decimata dai partigiani. Finita la guerra, questo episodio pressoché dimenticato torna di attualità: l'Albania, entrata a far parte del blocco comunista, è sotto l'egida di Stalin, il quale, avvicinandosi alla fine della vita, vede complotti dappertutto. Come si spiega che un nazista abbia ceduto con tanta facilità alle richieste di un amico medico liberando perfino un ebreo? E se Argirocastro fosse uno dei centri del "complotto ebraico" che mira a destabilizzare i paesi socialisti, a uccidere i capi comunisti, primo fra tutti Stalin in persona? Due giudici vengono mandati ad Argirocastro per un'inchiesta. Le indagini aprono innumerevoli piste, che conducono immancabilmente in un ginepraio. Al fondo di ogni pista c'è una "verità", ma c'è sempre anche qualcosa che la incrina, che addirittura la rovescia nel suo contrario. Perché la verità non è mai una, è sempre qualcosa d'imprendibile e di sfuggente...
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