Ovunque andrai sarai per sempre mio figlio

Ovunque andrai sarai per sempre mio figlio

Tavernaz, negli anni Venti del Novecento, era un borgo adagiato ai piedi del Monte Vallazza, in una vallata in cui la fauna spontanea - camosci, lepri, stambecchi - costituiva il naturale complemento all'alimentazione, incentrata altrimenti sui prodotti della terra e della pastorizia, delle quattro famiglie che vi abitavano. Renzo Tononi è nato qui e qui ha vissuto in tranquillità per vent'anni, godendosi la libertà di quei boschi che tanto sanno offrire a chi è capace di rispettarli, nutrendosi dei suoi frutti senza approfittarne. Qui, fin da bambino, ha stretto con Giuditta un forte legame, che crescendo si è spontaneamente tramutato in un amore forte e sincero, tale da superare qualsiasi ostacolo; e nella sua pur giovane vita Renzo dovrà affrontarne molti, principalmente a causa della prepotenza e dell'odio cieco del conte Patroclo Trombonsky Pampoletti, che invaghitosi della ragazza è deciso ad usare qualsiasi stratagemma per strapparla all'amato. Sullo sfondo di questa storia d'amore contrastato si ergono potenti e vivide le vicende umane di un mondo che non c'è più, travolto dal progresso a tutti i costi e da insensate iniziative che hanno portato quella e molte altre malghe simili a spopolarsi pian piano, allontanando inesorabilmente l'uomo, lusingato dagli agi di una vita più comoda e spesso consumistica, dalle sue naturali radici.
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