La Repubblica sociale come stato. Apparati, centri di potere
A partire dall’esperienza locale che prende corpo nella cosiddetta "terra del Duce", la Romagna, il volume indaga la costituzione materiale della Repubblica Sociale Italiana, ufficialmente nata il 23 settembre 1943, e si sofferma sulla struttura istituzionale che il Partito Fascista Repubblicano cercò di instaurare nei territori sottoposti al proprio governo. La neonata Repubblica è un’istituzione illegittima, senza unanime riconoscimento internazionale, la cui nascita segue di pochi giorni l’incontro a Berlino tra Mussolini, appena liberato dai tedeschi dalla prigionia sul Gran Sasso, e Hitler. La capitale viene stabilità a Salò, di fatto sotto occupazione tedesca, e la RSI si trova a governare e amministrare un territorio frammentato e sottoposto a giurisdizioni differenti. Nel libro si delinea il tentativo di dotarsi di apparati di potere in grado di operare in questo contesto, fronteggiando contemporaneamente una progressiva perdita di consenso popolare e una crescente conflittualità interna, segnata da rivalità mai sopite tra personaggi del regime e gruppi di potere.
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