Quanno ce vo' ce vo'. Poesie in Vernacolo Romanesco

Quanno ce vo' ce vo'. Poesie in Vernacolo Romanesco

"Quanno ce vo' ce vo'" è un libro di poesie in vernacolo romanesco che vuole essere soprattutto un tributo alla sua città natia. Una silloge-mosaico di una Roma che si fa di volta in volta metafora, norma, paradigma, canone, testo, immaginario collettivo, meta e percorso, orizzonte e sguardo dell'anima dell'autrice. Con un linguaggio comune, quella della quotidianità, la poetessa riesce, miracolosamente, a fare poesia e descrivere la sua città e i suoi abitanti. Si lavora, si fa l'amore, si canta, si ride, cucina, si beve, si mangia, si nasce e si muore. Come dovunque. Ma tutto ciò che accade, giorno dopo giorno, in questa città non può non condividere un'aura di assolutezza. Di eternità. Di terreno e insieme di sovrannaturale. È un privilegio, ma anche una fatica enorme vivere a Roma. È un dono straordinario. Quasi insopportabile. Si può buttarlo via e restarvi indifferenti. Si può restarne schiacciati, afasici, imbambolati. Chiunque viva o sopravviva qui a Roma mostra il massimo dell'affezione e il massimo della distrazione verso ciò che lo circonda, in cui è immerso. Ma Rossana Mezzabarba Nicolai, in questa silloge, sembra voler ripetere le famose parole del Belli: "Si mmoro e ppo' rinasco pregh'Iddio d'arinasce a Roma mia".
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