Il tesoro

Il tesoro

Affreschi grotteschi, Veneri ignude, amorini, corridoi oscuri e un giardino lussureggiante come una giungla misteriosa. Nelle cantine di quel palazzo misterioso è stato massacrato dai Nazisti il notabile ebreo Pardo Vidas. È questo lo scenario in cui Guglielmo cresce, certo che fra quelle mura, protette dal fantasma di Pardo, vi sia nascosto un tesoro, come sostiene una diceria popolare ben radicata nel quartiere ebreo della cittadina (siamo nella provincia toscana). La crescita di Guglielmo va di pari passo con la ricerca del tesoro sulla cui mappa si sveleranno, a poco a poco, tutte le tappe della sua formazione: l'amore, la ribellione, il sesso, la paura, la violenza, il coraggio, l'illusione...Guglielmo si muove fra le cose della vita con tragicomica sventatezza, che prima ci tiene in ansia, ma poi ci fa sorridere e ridere. I molti personaggi del romanzo, tutti magistralmente delineati, sono altrettante occasioni per mettere a nudo sogni, malinconie, sbigottimenti di un'anima che, scoprendosi, scopre la vita e ne ricerca il senso. Le vicende de "Il Tesoro" sono narrate con un periodare fluido e solidamente intessuto e con un linguaggio mai banale che cattura l'attenzione, avvincendo e divertendo. La scrittura di Franco Brogi Taviani è continuamente alta, godibilissima, di nobili ascendenze toscane da cui eredita anche irriverenza e spregiudicatezza.
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