Il mito della fenice in Oriente e in Occidente

Il mito della fenice in Oriente e in Occidente

Antichissime dottrine cosmologiche e metafisiche sono legate al mito della fenice, uccello fantastico variamente descritto dalle fonti occidentali e orientali. In Occidente il mito della fenice si sviluppò nel mondo greco-latino probabilmente a partire dal 'benu' egiziano, simbolo di creazione e di resurrezione. Fu in questo ambito che venne elaborata, in diverse varianti, la leggenda della sua morte e della sua rinascita dalle ceneri, messe sovente in rapporto con il ciclo cosmico del Grande Anno e con l'apparire sulla scena storica di un nuovo re o imperatore. La simbologia cristiana si impadronì presto della fenice, facendone un'immagine della resurrezione di Cristo o della carne: così ce la presentano i bestiari medioevali, con le loro splendide miniature, e tutta l'iconografia romanica e gotica. Contemporaneamente essa diventava anche il simbolo alchemico dell'opera-al-rosso, fase conclusiva della Grande Opera, cioè della fabbricazione della Pietra filosofale. A partire dal medioevo i poeti d'amore la inclusero nel loro repertorio di metafore e di similitudini: memorabile è la rappresentazione di Laura come fenice nel 'Canzoniere' del Petrarca. Poi essa diventò, a poco a poco, un simbolo stereotipo di morte e di resurrezione, utilizzato nei campi più disparati, dalle 'imprese' alle marche tipografiche, dall'araldica alle insegne politiche e militari, fino agli odierni marchi commerciali; in questa accezione la riprese nel 1787 anche la "Nobile Società" veneziana che costruì il Teatro La Fenice. Ma ancora in alcuni scrittori contemporanei, come Mallarmé o Borges, il mito sembra rinnovare i suoi arcani significati. Nelle tradizioni orientali la tipologia della fenice si incontra in diversi uccelli simbolici, come lo Hol o lo Ziz ebraico, il Simurgh persiano, il Garuda hindu e buddista e così via. Fin dalle sue origini, che risalgono all'antico costume dello sciamano, danzatori e attori del teatro indiano, tibetano, mongolo e giapponese hanno mimato sulla scena, in particolari occasioni sacre e festive, il volo fiammeggiante della fenice che è il simbolo del sole. In Asia il suo volo è sempre stato legato al destino e alla fortuna di sovrani e di dinastie che ne hanno fatto l'emblema di un dominio ispirato alla volontà del Cielo. Ma le vie iniziatiche del Sufismo islamico, dello Yoga indiano, del Lamaismo tibetano, del Taoismo cinese e del Buddismo tantrico giapponese hanno sempre custodito e trasmesso l'insegnamento segreto secondo il quale in ogni essere umano esiste una fenice che può ridestarsi ed innalzarlo, rendendolo immortale. Questo volume ricostruisce in tutti i suoi aspetti la storia del mito, anche attraverso una ricchissima e originale documentazione iconografica.
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