Imitatori (Gli)

Imitatori (Gli)

Il celebre scrittore Livio Mantarro viene accusato da un collaboratore di giustizia di aver organizzato e deciso il sequestro e l'omicidio dell'imprenditore Andrea Caraccioli, realizzati alla fine degli anni settanta da una sigla terrorista dell'estrema sinistra. Ad avvalorare l'accusa c'è una circostanza inquietante: poco dopo l'omicidio di Caraccioli, Mantarro aveva smesso di scrivere romanzi e articoli giornalistici e si era ritirato dalla vita culturale italiana. La difesa viene affidata a un avvocato di mezza età, aspirante scrittore e grande ammiratore di Mantarro, che si scontra fin da subito con l'assoluta passività dell'imputato. Mantarro, al momento ricoverato in una clinica privata per una fortissima crisi depressiva seguita alla morte della moglie, sembra infatti del tutto disinteressato all'esito del processo. L'avvocato sarà costretto a indagare nella vita di Mantarro - l'infanzia in uno sperduto paese collinare, l'ingresso in seminario e la precipitosa fuga dallo stesso, l'ascesa letteraria nella Milano degli anni sessanta, l'impegno culturale militante - e finirà per scoprire che la verità è raccontata nei romanzi di Mantarro meglio che in tutte le altre testimonianze raccolte. Una difesa penale che si trasforma in una biografia: vita e opere di Livio Mantarro, prete mancato, scrittore di talento, rivoluzionario per amore.
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