Depositi ingombranti

Depositi ingombranti

Silloge di esordio, dove le poesie si posano sulla carta affiorando dal mare del passato della poetessa, come relitti impreziositi da conchiglie incrostate di memorie. Per Maria Vera Quattrini, la poesia diventa strumento per rimuovere dal buio degli abissi ricordi di abbandoni, paure, solitudini, incontri, rifiuti, fatiche, ma anche inattese e fugaci gioie luminose, che squarciano all'improvviso l'oscurità. Le spoglie ingombranti delle sue memorie - da cui il titolo - vengono lavorate con l'immediatezza e la precisione delle parole, che intagliano come con un cesello le superfici più scabrose, restituendo grazia e leggerezza al dolore dei contenuti. Incessante è la ricerca di dialogo con il lettore attraverso immersioni continue nel corpo fisico, da cui la poetessa fa emergere le vibrazioni di emozioni inaccessibili, rammendate con fili di compassione ravvivati qua e là da punti di colore.
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