Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria

Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria

Il pianto antico, la lamentazione mediterranea e precristiana sui defunti, è il tema cruciale su cui Ernesto De Martino mette alla prova l'efficacia delle categorie interpretative elaborate nel "Mondo magico".L'esistenza dell'uomo primitivo è perennemente in bilico tra l'affermazione di sè e della propria presenza e l'universo della labilità in cui è costretto a vivere, dove tutto congiura per l'annullamenteo e la dissoluzione. La morte di una persona cara e necessaria è l'evento che può provocare il tracollo della instabile bilancia: essa appare uno scandalo irreversibile, una crisi senza orizzonte e apre la strada alla straniazione dal mondo, al delirio di negazione, al furore distruttivo omicida e suicida. Ma proprio sull'orlo del rischio estremo l'uomo primitivo impara a difendere il proprio precario esserci: nasce il controllo rituale del patire, il pianto collettivo. Il rito- e le molte tecniche di cui si sostanzia- può ora percorrere tutta la tastiera della disperazione, ma appunto in forma controllata. E l'uomo è restituito alla vita, mentre la presenza assillante del morto è trasformata in un'ombra protettrice. Questa nuova edizione del testo demartiniano è preceduta da una introduzione di Clara Gallini, che intende contribuire all'attuale ripresa di studi che stanno concorrendo alla ricomposizione storico- critica di uno dei maggiori intellettuali del Novecento.
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