Connessioni. Antropologia dell'universalità delle culture

Connessioni. Antropologia dell'universalità delle culture

Luigi il Santo, re di Francia, e Sundiata, imperatore del Mali: ecco una delle connessioni effettuate da Souleymane Kanté, marabout guineiano e inventore dell'alfabeto n'ko, la cui vita e la cui opera servono qui da filo conduttore per una riflessione più ampia sulla globalizzazione, sull'afrocentrismo, sulla scrittura, sulla filosofia africana e sul genocidio. Frutto di un lavoro sul campo, anch'esso globalizzato, condotto tra Bamako (Mali), Il Cairo (Egitto) e Conakry (Guinea), questo libro intende dimostrare in primo luogo, contro il relativismo culturale, che non esistono contraddizioni tra universalismo e particolarismo e, soprattutto, che la manifestazione delle identità contemporanee passa per l'utilizzo di significanti globali. Secondo l'autore, la globalizzazione non data da oggi e, nei secoli - dall'espansione dell'Islam alla colonizzazione europea - più che di scontro si è trattato di successive fasi di contatto, che hanno stabilito connessioni tra le culture. Il caso del movimento guineano N'ko fondato a partire dalla invenzione di un nuovo alfabeto, è la dimostrazione tangibile di come una cultura possa giocarsi le altre (in questo caso la cultura europea contro quella araba) costruendo alla lettera una identità e decostruendo nello stesso tempo le ideologie dei dominatori. Musulmano ma antiarabo, il movimento N'ko serve ad argomentare la validità universale dello schema della connessione.
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