Il paradosso dell'identità. Fisica, filosofia, letteratura

Il paradosso dell'identità. Fisica, filosofia, letteratura

Che cos'è, esattamente, l'individualità? Fino a che punto è unica? Fino a che punto può essere condivisa, e come? Secondo la meccanica quantistica, le particelle elementari di cui tutto è costituito non hanno alcuna individualità. Ma, allora, in che cosa consiste la nostra identità? Peter Pesic invita i suoi lettori all'esplorazione di questa affascinante questione, non solo attraverso una ricognizione del relativo dibattito filosofico e scientifico, ma anche attraverso una serie di esempi storici e letterari (da Omero a Martin Guerre, per arrivare a Kafka) che danno alla sua analisi il passo piacevole ed elegante del racconto. Al cuore dell'argomentazione, l'idea che proprio dal conflitto fra teoria quantistica ed esperienza quotidiana possa scaturire un concetto più plastico di individualità e identità. In noi umani, strutture macroscopiche di infinita complessità, l'individualità non è pensabile come una sorta di marchio originario immodificabile, ma si costituisce nell'interazione con gli altri e con il mondo: assomiglia a un campo più che a un atomo singolo. Come ben sapeva Walt Whitman, "io contengo moltitudini". E allora, conclude Pesic, l'identità si può forse trovarla proprio cedendola.
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