Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte

Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte

E' un libro terribile, questo. Un libro scritto da un pensatore profondo, un uomo deportato e torturato ad Auschwitz, che torna e ritorna su quella indicibile sofferenza ("chi è stato torturato resta tale"), e che si porta dentro un carico di male che lo tiene per tutta la vita in stretta contiguità con la morte. "La tortura è stata per lui una interminabile morte", scriverà Primo Levi. E un libro scritto da chi ha già deciso e può permettersi di abbandonare la logica della vita per avvicinarsi al gesto definitivo di levare la mano su di sé, di darsi la morte volontariamente, osservandolo dall'interno, sino in fondo "sin dove può giungere la parola". E questo che rende unico questo scritto: rendersi conto che chi uccide e chi viene ucciso sono la stessa persona, vanificando così ogni logica, demolendo la dicotomia tra vita/bene e morte/male, rendendo l'atto estremo ­ che l'autore compirà due anni dopo aver pubblicato questo libro ­ una disperata affermazione di libertà, completamente slegata da ogni giudizio morale.
Disponibile in 5 giorni lavorativi Ordina libro

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

Hsiao Chin. Percorsi di autocoscienza nell'anima. Ediz. italiana e cinese
Hsiao Chin. Percorsi di autocoscienza ne...

Stefano Tonicello, Chin Hsiao, Maurizio Vanni
Dall'Andalusia alla Sicilia
Dall'Andalusia alla Sicilia

Giacomo Tamburino
Per una storia d'Italia come storia delle sue scuole. Una scuola di frontiera, la «Manzoni» di Catania
Per una storia d'Italia come storia dell...

Giarrizzo Maria, Giarrizzo Giuseppe
La cinghialotta Eugenia
La cinghialotta Eugenia

Gianni Repetto
I racconti dell'albero
I racconti dell'albero

Rivolo Gisella