Tesori dell'inconscio. C. G. Jung e l'arte come terapia

Tesori dell'inconscio. C. G. Jung e l'arte come terapia

Ma, oltre all’efficacia terapeutica, qualcos’altro traspare da queste figure e si impone: la bellezza. «Che cosa sto facendo, certamente non è scienza, che cos'è?». Allora una voce disse: «È arte». Carl Gustav Jung non si è rivelato soltanto un grande artista in prima persona. Ha sempre incoraggiato anche i suoi analizzandi (tra cui numerosi allievi) a esprimersi con colori e matite, vincendo la loro iniziale riluttanza a provarsi con mezzi che giudicavano impropri rispetto al tenore solo verbale dell’analisi, e di cui non comprendevano la finalità. Presto, però, tutti dovevano ricredersi. Raffigurare ciò che si agitava nelle regioni profonde della psiche era un «compito a casa» molto spesso risolutivo per l’evolversi della psicoterapia. Nelle mani di chi non aveva mai impugnato un pennello il contenuto dei sogni e delle visioni diurne prendeva forma materiale e, osservava Jung, «dispiegava completamente il suo effetto», ossia diventava «fantasia operante», e conduceva il paziente verso «qualcosa di inestimabile»: la «maturità psicologica». Ma, oltre all’efficacia terapeutica, qualcos’altro – non intenzionale, non messo in conto da nessuno, analista o paziente – traspare da queste figure e si impone: la bellezza. L’Archivio delle immagini conservato a Küsnacht dal C. G. Jung Institut di Zurigo custodisce 4500 opere di pazienti, raccolte da Jung tra il 1917 e il 1955, perlopiù anonime e di difficile datazione. Tesori dell’inconscio ne porta alla luce 178, selezionate e commentate sapientemente da un gruppo di studiosi che vanta competenze sia analitiche sia storico-artistiche. Jung spiegherebbe l’aria di famiglia che colpisce subito negli acquerelli, guazzi e disegni inediti qui riprodotti riferendone il «simbolismo primitivo», l’«arcaismo inconfondibile» e la «barbarica intensità» alla comune radice nell’inconscio collettivo. Ed è la stessa forza – dischiusa dai soggetti raffigurati, siano essi paesaggi, demoni interiori, furie animalesche o mandala – che vediamo agire nelle tavole de Il Libro rosso o negli splendidi manufatti di L’arte di C. G. Jung.
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Dettagli Libro

  • Titolo: Tesori dell'inconscio. C. G. Jung e l'arte come terapia
  • Autore:
  • Curatore: Ruth Ammann, Verena Kast, Ingrid Riedel
  • Traduttore:
  • Illustratore:
  • Editore: Bollati Boringhieri
  • Collana: Fuori collana
  • Data di Pubblicazione: 2019
  • Pagine: 252
  • Formato:
  • ISBN: 9788833932330
  • Economia - Teoria economica

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