Stati primitivi della mente. Una ricerca psicoanalitica

Stati primitivi della mente. Una ricerca psicoanalitica

La nozione di 'stati primitivi della mente' è figlia delle prime formulazioni freudiane sull'inconscio e delle successive ricerche psicoanalitiche sullo sviluppo mentale infantile (da Klein a Winnicott, da Fairbairn a Bion). Ogni psicoanalista si è trovato di fronte ad aspetti dei pazienti quasi impossibili da sfiorare, o che, a volte, addirittura peggiorano con gli approcci psicoanalitici più tradizionali. L'efficacia psicoanalitica si basa infatti sulla capacità di simbolizzare, verbalizzare, avere affetti e pensieri, relazionarsi con altre persone, vivere le proprie esperienze, ma soprattutto dare significato a tali esperienze: non tutti ne sono capaci e, in realtà, esistono nella mente di ognuno dimensioni che non possiedono affatto queste capacità. Si tratta di dimensioni che hanno a che fare con aspetti del Sé non nati, appena nati, non incorporati e non mentalizzati. Nel testo si giunge così a trattare temi cruciali come le origini del significato, la nascita delle emozioni e dell'esistenza stessa. Gli studi raccolti in questo volume si inseriscono in una direzione di ricerca della psicoanalisi contemporanea radicalmente nuova, centrata attorno all'idea che una vita mentale esista ancor prima della nascita dell'individuo e che vada compresa a fondo la disponibilità naturale del neonato a conferire significato alla propria esperienza, in particolare a quella condivisa con la figura di accudimento
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