Anime ribelli. Margareta e Dolcino al rogo
Quali emozioni ci possono trasmettere le vicende legate all'eresia dolciniana? L'appassionante vicenda di Dolcino da Novara e Margareta da Trento ha già ispirato diverse opere narrative e teatrali e affascinato molti animi libertari e romantici. In questo romanzo la prospettiva vuol essere quella, più disincantata, di alcuni giovani trentini, immersi nella odierna civiltà occidentale tecnologica, pratica e utilitaristica. Apparentemente spensierati ma anche provati dai dubbi adolescenziali sul senso della vita, tra chat di gruppo, tranci di pizza e amoreggiamenti, cercano una loro verità, con la quale timidamente si identificano. Sono stimolati in questo loro percorso interiore anche dagli incontri con dei ricercatori visionari che li invitano a interrogarsi su tematiche spirituali, sui valori del cristianesimo delle origini, sulle filosofie orientali, fino alle più recenti scoperte sul DNA umano. Le vicende di Marcello, Eloisa e dei loro compagni di liceo si intersecano con quelle di altri giovani vissuti nella Biella medioevale, in uno scenario di violenti scontri armati su cime montuose, roghi, grandi abbazie, prospere botteghe artigiane e palazzi nobiliari. Anche la loro carismatica prof di storia ha un alter ego nella nobile Brunilde, guaritrice con le erbe del Signore, dolciniana sopravvissuta alla strage. Brunilde custodisce un evangelario su cui basa i suoi insegnamenti proibiti, alla cui ricerca si muovono altri soggetti, assai diversi tra loro. Sembra che tutto ruoti intorno a questo antico manoscritto: per suo tramite avvengono fatti inaspettati, incontri e riconoscimenti, alla fine alcune visioni conflittuali si trovano a convergere in nome di nuovi ideali comuni.
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