Aggiornamenti sulle riforme costituzionali (1998-2004)

Aggiornamenti sulle riforme costituzionali (1998-2004)

È tradizionale l'insegnamento che, tra gli aspetti fondamentali e caratterizzanti dello Stato (moderno), la sovranità sia quello intorno al quale ruota la stessa configurazione del fenomeno. Non vi sarebbe propriamente 'popolo', né la 'base territoriale' avrebbe senso come delimitazione spaziale del potere statale, se lo Stato non fosse, eminentemente, prima di tutto, 'sovrano'. E la sovranità dello Stato si manifesta sia all'esterno come indipendenza, da altri, sia all'interno come supremazia su ogni altro potere, sia - riferita all'aspetto normativo dell'ordinamento - come originarietà, esclusività e impenetrabilità del medesimo. Ora, già da tempo tutti questi caratteri o aspetti della sovranità sono entrati in crisi. E si tratta di una crisi che investe lo Stato sovrano dall'esterno e dall'interno: una duplice forza centrifuga che tende a 'detronizzare' il "titolare del più straordinario dei monopoli, cioè del monopolio della decisione politica, questa fulgida creazione del formalismo europeo e del razionalismo occidentale", per riprendere le parole di Carl Schmitt ["Premessa" aggiunta nel 1963 a "Il concetto di 'politico'" (1927), ora in "Le categorie del politico", tr. it., Bologna, 1972, 90]. Anzitutto la dipendenza ideologica, militare ed economica da altri Stati, promossa e garantita da particolari trattati internazionali, poi il superamento delle barriere dei confini e in definitiva l'incisiva limitazione della sovranità discendenti dalla partecipazione dello Stato ad unioni sopranazionali, quali l'Unione europea, destinata a trasformarsi in un vero e proprio Stato federale. E si sa che la sovranità dei singoli Stati membri è tesi che va perdendo sempre di più credito: l'ordinamento di questi ultimi non è affatto né esclusivo né impenetrabile da quello dello Stato centrale, il solo veramente sovrano. Ma la partecipazione all'Unione sopranazionale europea vanta un'altra precisa caratteristica, proprio con riferimento all'impenetrabilità del nostro ordinamento. (dall'Introduzione)
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