Diritto pubblico comparato ed europeo 2004. 1.

In Italia e in Francia due recenti sentenze hanno riproposto il tema delle immunità e la questione del limite entro il quale la previsione di un'esenzione dalla responsabilità di diritto comune per i titolari di cariche politiche può essere compatibile con lo Stato costituzionale di diritto. Alludo alla sentenza n. 24/2004, con la quale la Corte costituzionale ha ritenuto costituzionalmente illegittimo per violazione degli art. 3, c. 1, e 24 Cost. l'art. 1 della legge n. 140/2003, che prevedeva l'improcedibilità e la sospensione dei processi in materia penale per i titolari di cinque importanti cariche nel corso del mandato, e alla sentenza con la quale il Tribunale di Nanterre ha condannato il deputato e sindaco di Bordeaux Alain Juppé a 18 mesi di carcere con la condizionale e all'ineleggibilità per 10 anni, per aver fraudolentemente fatto stipendiare dal Comune di Parigi, del quale era assessore alle finanze all'epoca in cui l'attuale Presidente Chirac era sindaco, sette funzionari del partito gollista. Entrambe le decisioni sono intervenute in un contesto nel quale la preoccupazione di una parte del mondo politico è stata quella di esentare dalla responsabilità penale fino alla fine del mandato rispettivamente il Presidente del Consiglio italiano, l'unico a trovarsi sottoposto ad un giudizio penale che è stato sospeso alla vigilia della sentenza, e il Presidente della Repubblica francese per responsabilità connesse alla titolarità della carica di sindaco di Parigi. E sia in Italia che in Francia ad essere condannati sono stati due parlamentari assai vicini ai titolari delle alte cariche suddette, risultando coinvolti nelle stesse vicende giudiziarie e loro sodali politici (addirittura Juppé era considerato una sorta di successore in pectore di Chirac alle prossime elezioni presidenziali del 2007).