Le canzoni dei Radiohead

Le canzoni dei Radiohead

'Radiohead' sono un'anomalia nella storia del pop-rock. Thom Yorke, i fratelli Jonny e Colin Greenwood, Ed O'Brien e Phil Selway sono personaggi lontanissimi dall'icona stilizzata della rockstar, musicisti schivi e ipersensibili, diventati grazie a una determinazione intrisa di umiltà e coscienza del proprio potenziale creativo quella che oggi si può considerare, se non la più grande band del pianeta, senza dubbio quella che maggiormente è in grado di incarnare lo spirito dei tempi. A cavallo di due millenni, in anni dominati dal contrasto fra tecnologia e individualismo, fra comunicazione e solitudine, fra mercato dei consumi e incertezza del futuro, i cinque di Oxford hanno saputo tradurre in suoni inediti, capaci di stregare e ammaliare, il senso di spaesamento e di confusione di un'intera epoca, di una generazione che rifiuta ogni facile etichetta. Alieni da ogni sterile omaggio e riverenza verso i decenni precedenti, da ogni volontà di compiacere i mass media, mai debitori verso il concetto di 'genere' e sempre rispettosi del proprio pubblico, da "Pablo Honey" a "Hail To The Thief", passando per le sperimentazioni rarefatte di "Kid A" e "Amnesiac", i Radiohead hanno dipinto una visione del mondo di cui la musica è interprete ma non unico agente, creando un paesaggio multimediale che non è azzardato collocare ai confini con l'arte. La loro è una storia fatta di svolte improvvise ma non insensate, sempre alla ricerca di un linguaggio attinente a una verità sia interiore sia esterna, come i difficoltosi, criptici, psicanalitici testi firmati da Thom Yorke, qui tradotti e interpretati, stanno a testimoniare.
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