Forse un viso tra mille

Forse un viso tra mille

Umberto Bellintani si presenta da solo: "Ma cos'è questa poesia?! E come parla oggi, su quali corde intonarla, quali suoni, colori, ecc.? A volte ci penso. Però, però oggi era una bellissima giornata piena del colore del sole! E dunque?" (a Valerio Volpini, 29 aprile 1980) "Poesia da pubblicare? Mi spiace non potervi accontentare. Da tanto non desidero pubblicare, e dico sempre che se uscirà ancora qualcosa di mio, avverrà dopo che sarò morto. Poi non so nemmeno cos'abbia di buono: scrivo e butto nel mucchio, scrivo quello che capita, che mi tocca, che mi sfiora, che mi ferisce o mi dà piacere; scrivo con una comunissima biro, non dunque con un pennino d'oro o comunque di buon metallo; e scrivo su carta molto spesso sporca, quella insomma che mi capita sottomano." (ad Attilio Lolini, fine anni '70) "Ricordo che un giorno, a Bozzolo, mi dicesti di essere meno ispido. Ma come posso farcela io, con il cuore che ho e gli orecchi, il naso e gli occhi che mi sono stati dati? Lo so, lo so cosa è stato detto a quelli che si apprestavano a lapidare. Lo so. Ma salta fuori sempre un ma, poi trenta, poi centomila ma." (a Valerio Volpini, 8 gennaio 1989). Per volontà del suo paese, nel centenario della nascita, si ripropone qui la sua prima e introvabile raccolta, accompagnata dall'inedito carteggio con l'amico don Primo Mazzolali (Santa Maria del Boschetto, 13 gennaio 1890 - Bozzolo, 12 aprile 1959), figura tra le più significative di quegli anni.
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