Il linguaggio della verità. Logica ermeneutica. Nuova ediz.

Il linguaggio della verità. Logica ermeneutica. Nuova ediz.

«Ogni discorso ha un suo regime di verità, ciononostante, esiste un piano di verità che include tutti i discorsi. Ed è in questo punto che la verità come regime assertorio, la verità come correttezza si divarica dalla verità come non-nascondimento. La verità che lascia essere è appunto quella che si ritrae e proprio per questo si dispone di là del giudizio, si situa prima e oltre il discrimine tra vero e falso. Ma è proprio la verità che sfugge al giudizio a render possibile ogni giudicare. L'apertura originaria del senso è quel nóus (intelletto) sempre vero di cui parla Aristotele e che rinviene, a diverso titolo, nella definizione wittgensteiniana dell'io come limite del mondo, nell'Atto di Gentile, nell'alétheia di Heidegger». La verità come questione del pensiero, il linguaggio come mezzo del disvelarsi del vero sono problemi costitutivi della filosofia. Nella prima parte del volume, Teoretica, i temi trattati sono l'origine in quanto meraviglia, la verità nella sua relazione con il tempo, il giudizio come forma critica dell'argomentazione. Nella seconda parte, Pragmatica, oggetto d'analisi divengono l'abitare il mondo e l'agire in esso tra complessità, pluralismo dei valori e loro conflittualità. In gioco è una pratica della filosofia come logica ermeneutica, cioè interpretare dei segni, ricercandone l'origine e i loro, spesso involontari, effetti.
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