Piombo

Piombo

"Non so come vede il mondo un ragazzo che oggi ha diciassette anni, a dire il vero neanche me ne frega niente, ma nel 1979, quando uccisero Stefano, un mio compagno di classe, ero io che avevo diciassette anni e il mondo era pazzo di dolore e di furore. Ucciso senza un motivo, ricordato per un motivo che non gli apparteneva. Una macchina passa davanti a un bar e spara nel mucchio, i ragazzi erano suoi amici di quartiere, quel proiettile che l'ha ammazzato vorrei che potesse tornare indietro e portarsi via l'occhio del bastardo che ha sparato e invece no, quel vigliacco probabilmente neanche ci pensa più a questa storia. Li chiamano anni di piombo, che sembra il titolo di un film. Sono tanti, puoi metterli insieme e chiuderli in una cartellina, possono sparire con le loro domande e i morti lasciati per strada, gli assassini liberi e le complicità politiche, i misteri che non hanno risposte e i parenti delle vittime ridotti al silenzio. Non credo nei finali, perché non finisce mai niente, anche la rabbia non finisce. Non mi abituerò mai. Così come non mi scorderò mai di voi. È una promessa. Non vengo a trovarvi sulle vostre lapidi, i cimiteri non servono a ricordare, solo a seppellire. E io, ancora, non ho seppellito nessuno".Gli anni di piombo e la lotta armata attraverso gli occhi di un ragazzo della periferia romana. La Storia con la maiuscola e quelle private si intrecciano in un'adolescenza che vive alla stessa stregua le prime esperienze sessuali e la politica, le canne e la morte di un amico. Tra innocenza e violenza, rabbia e indignazione, questa è la testimonianza di una lunga estate feroce.
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