Ultramarathon man. Confessioni di un corridore estremo

Ultramarathon man. Confessioni di un corridore estremo

Ha corso a 50° e a 40 sottozero. Nel deserto della Valle della Morte e al Polo Sud. Ha corso senza fermarsi per 400 chilometri, l'equivalente di dieci maratone, cercando ogni volta un limite da superare, ridefinendo ogni volta la percezione della resistenza umana, giocando continuamente con la barriera che divide il possibile dall'impossibile. Tutto è iniziato una notte, la notte del suo trentesimo compleanno. Era stanco del suo lavoro d'ufficio, sfiduciato e mezzo sbronzo in un night-club. D'un tratto, ha gettato il suo margarita, ha camminato fuori dal locale... e ha iniziato a correre. Da allora non si è ancora fermato. E' una leggenda dell'Ultrarunning, lo sportivo dell'anno per il mensile GQ. Corre per mille motivi, e soprattutto per ricordare - a sé stesso e agli altri - che ognuno deve fare ciò che lo fa sentire veramente vivo. Ha scritto queste pagine per mille motivi, ma in particolar modo per rispondere a quattro domande che gli vengono continuamente poste: Come riesci a farlo? Perché lo fai? Che cosa mangi? E soprattutto: Sei pazzo?
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