Ravenna capitale. Uno sguardo ad occidente. Romani e Goti, Isidoro di Siviglia

Ravenna capitale. Uno sguardo ad occidente. Romani e Goti, Isidoro di Siviglia

Guardare ai territori spagnoli, profondamente romanizzati già nel primo principato, consente di approfondire la peculiarità del rapporto Romani/Goti o Goti/Romani, che dir si voglia, iniziato ben prima della cosiddetta "caduta" dell'impero di Occidente. E noto, d'altra parte, che i Goti recepirono i simboli e l'iconografia del potere romano, nonché il linguaggio del diritto. Inoltre, tra la fine del quarto e l'inizio del quinto secolo, sono celebrate nozze dinastiche fra appartenenti alla famiglia imperiale e a famiglie di principi Goti. Punto di osservazione privilegiata sono le opere di Isidoro di Siviglia, in particolare le "Etimologie": il libro IX è una sorta di glossario in cui sono illustrati numerosissimi termini giuridici, in particolare del diritto pubblico romano tardo repubblicano e classico, del tutto inattuali all'epoca. Sembra quasi che Isidoro risponda ad un'esigenza di conservare la memoria per radicare la propria identità. Isidoro appare espressione di un ambiente sociale formato da famiglie di antica tradizione e cultura romana, i cui figli erano destinati a servire nel governo e nell'esercito: ora svolgono il loro servizio verso la comunità come Vescovi, scelti dalle comunità. Si potrebbe immaginare che mantenere in vita fonti scritte del diritto romano, non solo le consuetudini della prassi ed i formulari dei notai, fosse utile ai Vescovi per strutturare una loro posizione che garantisse autonomia dal potere politico, seguendo la linea tracciata da Ambrogio.
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