La guardia del cuore

La guardia del cuore

Nelle mani di una Patricia Highsmith o di una Daphne Du Maurier, il soggetto di questo romanzo sarebbe diventato una storia di angoscia trasudante da ogni gesto quotidiano, o di fosca tragedia. E' una notte tiepida. Una Jaguar corre a folle velocità. A bordo una donna e un uomo alla guida. "Mi chiamo Dorothy Seymour, ho quarantacinque anni, i tratti appena toccati dal tempo, perché niente nella vita mi si è presentato seriamente. Sono sceneggiatrice - non senza successo - e piaccio ancora molto agli uomini, probabilmente perché anche loro piacciono a me". Il suo uomo è un produttore cinematografico e da tempo insiste per sposarla. Dal buio una sagoma improvvisamente si precipita su di loro. La macchina sterza e lo evita, ma il giovane beatnik, di angelica bellezza, evidentemente drogato, è colpito. Trascorrerà la convalescenza in casa di Dorothy, e poi vorrà restare da lei, come una "guardia del cuore", iniziando una clamorosa carriera di attore, intrecciando un'ambigua relazione, mentre intorno si accumulano omicidi come un'inspiegabile epidemia. Ma a scrivere è Francois Sagan, l'autrice di quel "Bonjour tristesse" che divulgò nel mondo la sensibilità esistenzialista, l'inquietudine adolescenziale, la dolcezza di vivere una certa decadente malinconia. E il giallo si modella alla sua caratteristica miscela di perversione e innocenza, di languore mai torbido, di squisita amarezza, di precisa e poetica psicologia, di disperata sete di vita. Con una nota di Daria Galateria.
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