La giornata di Luigi XIV. 16 novembre 1700

La giornata di Luigi XIV. 16 novembre 1700

"La giornata di Luigi XIV, nella sua regolarità, è stata descritta numerose volte - avverte l'autrice in Premessa - : da Primi Visconti, da Dangeau, da Sourches, da Spanheim, da Saint-Simon. Tuttavia, questi testimoni si rivolgevano ai contemporanei e omettevano quindi di parlare di ciò che era noto a tutti ma che noi ignoriamo". Inoltre l'iconografia, i quadri e i ritratti, " con la scusa di celebrare un avvenimento speciale" spesso finivano col non rappresentare la semplice quotidianità del sovrano. Insomma, ciò che manca sono spesso i dettagli, troppo ovvi per essere riportati. Ma sono appunto questi dettagli - il significato perduto di un gesto, l'uso di un oggetto dimenticato, la sensazione diversa del tempo e dello spazio, un modo di rivolgersi all'aiutante o al subordinato, la smorfia o il profilo di famiglia di un viso, un'ambizione oggi inspiegabile, un onore o uno sgarbo, le modalità di un'attesa, il fantasma del passato in un'esistenza, presenze e assenze avvertite - a dare la continuità vissuta, la vivacità del quotidiano. L'autrice li rintraccia, tramite ciò che ha definito una "caccia" e un gioco, e li usa come il filo per ricucire in un'unica trama di momento in momento le scene e i dialoghi desunti da tutte le cronache, le più note e le più segrete. "La giornata più bella di Luigi XIV" a Versailles è il 16 novembre del 1700. Il testamento del re di Spagna Carlo II ha designato per la successione alla corona Filippo d'Anjou, il nipote del Re Sole, un diciassettenne biondo e riservato, col naso dei Borbone, ed è giunto il momento della proclamazione. La Spagna sta per passare di mano dagli Asburgo ai Borbone. Seguiranno i tredici anni della guerra di Successione spagnola, prima che il pretendente salga al trono col nome di Filippo V, ma intanto sembra realizzato il sogno di "riunire i Pirenei". E attorno all'attesa e all'evento glorioso, da mezzanotte a mezzanotte, si distende il ventaglio della società di corte che ossessivamente riveste ogni minuto e ogni atto privato con la sua etichetta: il macchinario umano forse più artificioso della storia.
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