La repubblica degli stagisti. Come non farsi sfruttare

La repubblica degli stagisti. Come non farsi sfruttare

L'Italia è una Repubblica fondata sullo stage. Non solo, nel nostro Paese vive un esemplare straordinario di stagista. Ha un'età indefinita tra i sedici e i sessant'anni, un titolo di studio tra la terza media e il master postuniversitario, un curriculum lungo dieci righe o quattro pagine. Stagista, in Italia, può esserlo chiunque: la normativa vigente non pone limiti. In Italia ci sono quattrocentomila stagisti ogni anno. A breve saranno mezzo milione. Si può fare lo stage in multinazionali e microimprese, ditte private ed enti pubblici. Spesso a titolo gratuito, senza percepire nemmeno un rimborso spese, sperando che il periodo fatto sia una porta d'ingresso per entrare nel mondo del lavoro. Speranza troppo spesso frustrata, al giorno d'oggi meno di un tirocinio su dieci si trasforma in un contratto. E il modo in cui le aziende riescono a risparmiare sul costo del personale, arruolando tirocinanti anziché dipendenti, levandosi la seccatura di dover pagare stipendi e contributi. Eleonora Voltolina, dopo aver fatto a sua volta ben cinque stage, ha deciso di raccontare la sua esperienza e quella di tanti altri, ma anche i trucchi per scegliere, con tutti i riferimenti normativi del caso, per stare alla larga dalle truffe e dalle fregature. L'autrice infatti vuole andare oltre la denuncia e dare indicazioni concrete per orientarsi. Una bussola per non perdersi nel confuso mondo di tirocini e primi lavori.
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