Il millennio che non c'è

Il millennio che non c'è

Mass media, uomini di cultura, informatici, gente comune: un po' tutti sembrano affetti dalla febbre millenarista. Ma cosa succederà realmente alla fine di questo secolo? Stephen Jay Gould, con la sua consueta agilità intellettuale, la sua arguzia e la sua vastissima cultura, getta sull'argomento una luce del tutto originale, ribaltando, per così dire, i termini della questione. Il millennio che non c'è pone innanzitutto tre domande fondamentali. La prima: a che cosa esattamente corrisponde il concetto di millennio, e in che modo si è evoluto il suo significato nel tempo? Come mai un termine che, originariamente, designava la durata del regno di Cristo profetizzato dalle Scritture si è trasformato per noi in un'apocalittica pietra miliare? La seconda: quando inzia il nuovo millennio? Il 1° gennaio del 2000 o il 1° gennaio del 2001? (Il problema può sembrare banale ma fornisce all'autore l'occasione per ripercorrere l'intera storia culturale del XX secolo). La terza: perchè i nostri calendari sono così complessi, in che modo rivelano il bisogno, tipico dell'uomo, di portare un ordine arbitrario in una realtà caotica e misteriosa?Nell'impostare le risposte a queste domande, l'autore fornisce una messe di notizie curiose che spaziano dalla scienza della storia, dal costume all'esperienza personale: una rassegna di tutte le passate febbri millenariste e delle tradizioni calendaristiche, l'errore cronologico di un monaco del sesto secolo, le cui ripercussioni arrivano fino a oggi, la toccante vicenda di un giovane autistico in grado di calcolare date lontanissime nel passato e nel futuro.Rivelando l'arbitrarietà di ogni tentativo di incasellare il tempo, Gould ci racconta, interpretandole, le nostre bizzarre paure e le nostre passioni: insomma, la nostra umanità.
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