Il nemico del mio nemico. Afghanistan 1979-1989. La guerra segreta del deputato Wilson

Il nemico del mio nemico. Afghanistan 1979-1989. La guerra segreta del deputato Wilson

Nei ventiquattro anni trascorsi nel Congresso degli Stati Uniti il deputato texano Charlie Wilson non aspirò mai agli onori delle cronache politiche. Aveva capito che per servire la causa della democrazia nel mondo era indispensabile lavorare al riparo dalle insidie dei dibattiti parlamentari e dal giudizio dell'opinione pubblica, e che la sua fama di libertino poteva offrirgli un'ottima copertura. Nacque così la più grande operazione clandestina nella storia dei servizi segreti. Tutto ebbe inizio nel 1979 con l'ultimo atto della Guerra fredda, l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Armata rossa. Per l'establishment americano fu una doccia fredda: secondo i conservatori, guidati da Reagan, era la prova che i russi avessero raggiunto la superiorità militare; persino il presidente Carter, che aveva sempre criticato la "paranoia americana per il comunismo", si allineò alle posizioni dei falchi. Ma al di là dei proclami la difesa del popolo afghano fu la guerra personale di Charlie. Fu lui, dal suo seggio nella Commissione per gli stanziamenti militari, a portare da 5 a 750 milioni di dollari i fondi destinati ogni anno dalla CIA ai guerriglieri islamici. Fu merito della sua determinazione la vittoria sulle resistenze all'interno dell'agenzia. Furono i suoi buoni uffici presso il presidente del Pakistan a permettere l'invio ai mujaheddin di tonnellate di armi e munizioni a dorso di mulo attraverso il confine tra i due stati.L'avventura del deputato solitario è il capitolo che mancava nella storia del nuovo assetto politico mondiale. George Crile l'ha scritto dopo quindici anni di ricerche e interviste ai protagonisti, svelando ai lettori i particolari di un'operazione che negli Stati Uniti è ancora coperta da segreto di stato. E' una storia appassionante e inquietante, che dimostra quanto sia facile eludere i meccanismi del controllo democratico e quanto sia costato alla sicurezza internazionale dare all'Unione Sovietica il suo Vietnam. Perché dopo la vittoria i combattenti della jihad afghana hanno smentito il principio secondo cui "il nemico del mio nemico è mio amico" rivolgendo le armi verso Occidente.
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