La casa dell'eternità

La casa dell'eternità

La casa dell'eternità: «Le mappe dell'inferno sono ormai illeggibili. Non solo non si sa come raggiungerlo, ma non è nemmeno più chiaro dove si trovi. Né se sia ancora aperto. Un prestigioso teologo poco tempo fa ha affermato, non si sa sulla base di quali informazioni, che l'inferno esiste ma probabilmente è vuoto. Dominatore della scena cristiana, punto di riferimento indispensabile all'Europa medievale e moderna, protagonista d'innumerevoli drammi spirituali, potente macchina di condizionamento continuamente perfezionata e aggiornata durante i secoli, questo grande collettore di terrori e di spasimi, inesauribile deposito di angosce e di incubi, si sta tranquillamente dissolvendo nella coscienza e nell'inconscio della gente. Si può ormai affermare che l'inferno è finito, che il grande teatro dei tormenti è chiuso a tempo indeterminato, che lo spettacolo dopo quasi duemila anni di rappresentazioni agghiaccianti non si replica più. La lunga, trionfale stagione è terminata. Sembra che rimanga il diavolo, signore della materia. Ma, come un sovrano deposto, come un re in esilio, chiusa la porta del doloroso regno, non ha più né una reggia, né una corte, né città, né castelli. Bancarottiere senza molto credito, campa stentatamente di rendita con i pochi spiccioli di quelle cattive azioni che la sua industria metallurgica, una volta fiorente, gli ha assicurato. Siamo entrati - bisogna che ce ne rendiamo chiaramente conto - nel postinferno.» (Piero Camporesi). "La casa dell'eternità" sonda le delizie dell'aldilà celeste e le nequizie del reame inferico. Camporesi scava nelle fonti letterarie e documen
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