L'illusione della crescita. Perché le nazioni possono essere ricche senza rinunciare alla felicità

L'illusione della crescita. Perché le nazioni possono essere ricche senza rinunciare alla felicità

L'illusione della crescita. Perché le nazioni possono essere ricche senza rinunciare alla felicità: L'imperativo della nostra economia è la crescita - continua, inarrestabile, vertiginosa. È il metro con cui giudichiamo il valore delle nostre società e il prodotto interno lordo è il suo indicatore principale, lo specchio magico che ci dice quanto le nostre economie sono belle e sane, senza, dirci nulla su quanto stiamo bene noi e quanto staranno bene i nostri figli. La realtà è molto diversa da quella raccontata dal Pil: trasformare l'economia in una gara a chi produce di più ha portato a conseguenze disastrose, alla devastazione dell'ambiente, allo sfruttamento di mezzo mondo, alla disoccupazione di massa; in una parola, all'infelicità. Con "L'illusione della crescita" David Pilling ci propone un'idea straordinariamente semplice e rivoluzionaria: le nazioni non devono scegliere tra la ricchezza e la felicità, l'una non esclude l'altra. La qualità della vita, la salvaguardia dell'ambiente e perfino la serenità individuale non sono optional, ma beni essenziali perché una nazione possa davvero definirsi ricca. Con un vero e proprio viaggio intorno al mondo Pilling si mette sulle tracce di nuovi parametri per calcolare e definire il concetto di ricchezza: visita prestigiosi istituti di ricerca occidentali e remoti uffici statistici, cammina per le capitali emergenti del continente africano come per le grandi città industriali cinesi, parla con economisti, politici e lavoratori. Tutti concordano sulla necessità di un cambiamento radicale nel modo di pensare l'economia, tutti caldeggiano l'adozione di un paradigma alternativo rispetto all'attuale. Con proposte che spaziano dalThe imperative of our economy's growth continues, unstoppable, dizzying. Is the yardstick by which we judge the value of our company and the gross domestic product is its main indicator, the magic mirror that tells us how our economies are nice and healthy, without, tell us anything about what we're fine us and what will become our figl i. the reality is very different from the one told by GDP: transforming the economy into a race to those who produce more has led to disastrous consequences, the devastation of the environment, exploitation of half the world, mass unemployment; in a Word, to unhappiness. With "the illusion of growth," David Pilling gives us an extraordinarily simple and revolutionary idea: Nations do not have to choose between wealth and happiness, the one does not exclude the other. The quality of life, environmental protection and even individual serenity are not optional but essential goods because a nation can truly call himself rich. With a true round-the-world trip Pilling goes on the trail of new parameters to calculate and define the concept of wealth: visit Western and remote research institutes statistical offices, walks the emerging capital the African continent as for large Chinese industrial town, speaks with economists, politicians and workers. All agree on the need for a radical change in thinking the economy, all advocate adopting an alternative to the current paradigm. With proposals ranging from
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