I decoratori di formazione bolognese tra settecento e ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli

I decoratori di formazione bolognese tra settecento e ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli

Uno degli aspetti più prestigiosi della vicenda storico-artistica bolognese è stato quello della pittura d'architettura e della grande decorazione, vicenda che ha visto in età barocca artisti di formazione felsinea, presenti anche in tante capitali europee, prestare il virtuosistico mestiere e mietere grandi successi. Meno conosciute sono però le opere realizzate in età neoclassica. Con il censimento realizzato in tanti palazzi e ville, con l'approfondimento critico dei cicli rinvenuti, con i profili biografici di artisti sovente poco noti e con la ricca campagna fotografica appositamente realizzata, questo volume vuole presentare un quadro da cui è riscontrabile il perdurare di un alto livello qualitativo e di una viva originalità, un panorama che per quantità e varietà di soluzioni emerge sulla produzione artistica dei centri più importanti dell'epoca. La persistenza della pratica pittorica, spesso coltivata da scenografi, è una delle caratteristiche più salienti; contribuisce a contenere i costi degli interventi e pertanto la si può ritrovare anche in interni borghesi di minore ambizione. Accanto a Felice Giani e a Pelagio Palagi, si distingue infatti, con chiara evidenza, la particolarissima figura di Antonio Basoli, decoratore d'interni, scenografo, vedutista e impegnato maestro della nuova Accademia di Belle Arti. Ma ancor prima d'accostarsi a questa centrale triade, il volume mette in luce, con contributi inediti, il cambiamento del gusto che si registra a Bologna negli anni settanta del XVIII secolo, nell'ambito della produzione degli stucchi per le 'gallerie all'antica': una data in sintonia con le famose produzioni degli Adam in Inghilterra. Si sottolinea poi l'interesse per i repertori di incisioni che andavano diffondendo le scoperte archeologiche sui quali gli artisti più accorti si aggiornavano e allargavano il loro orizzonte. La tradizione della grande quadratura - o pittura d'architettura - ha nella figura di Serafino Barozzi, di ritorno dalla corte di Caterina II di Russia, uno dei più affascinanti capitoli. Per seguire le orme dei tanti bolognesi attivi all'estero, vengono presentate le decorazioni di questo maestro realizzate nelle residenze imperiali russe, come le opere francesi di Domenico Ferri, quelle inglesi di Giuseppe Landi e di tanti altri maestri fra cui spicca il fantasioso impegno di Luigi Jappelli nella Casa del Labrador ad Aranjuez, importante 'casino di loisir' della monarchia spagnola.
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