Ingres

Ingres

Jean Auguste Dominique Ingres (Montauban 1780 - Parigi 1867) è uno degli esponenti di spicco della cultura figurativa francese del XIX secolo. Figlio di un artigiano di Toulouse, dopo sei anni di Accademia, passa nel 1797 alla scuola di David, dove ottiene da subito grandi riconoscimenti. La svolta della sua vita è, però, rappresentata dalla lunga permanenza in Italia (1806 - 1820), che lo mette a confronto con la Classicità e i grandi maestri del Rinascimento. Partito con l'idea di riformare la pittura del suo tempo Ingres si innamora dapprima dei primitivi italiani, specialmente Masaccio e Masolino, poi incontra Raffaello e da allora trova uno scopo definitivo: la difesa della bellezza pura e indifferente. Considerato il massimo rappresentante del Neoclassicismo Ingres è tuttavia lontano da questo movimento, in quanto la sua arte, pur all'interno di un'esplicita pretesa classica, è pervasa da un forte, personale e bizzarro spirito romantico. Il suo è quindi un romanticismo congelato, un anelito all'arte per l'arte che è anche, però, un anelito alla perfezione. Ritrattista ufficiale dell'alta società Ingres ha lasciato proprio in questo settore alcune delle sue opere migliori, come il ritratto di "Monsieur Bertin", quello di "M.me Rivière" e quello di "M.me Moitessier", esempi finissimi di individualità di vita e semplicità d'espressione, di sapienza e ingenuità, con un eccezionale effetto di grazia. Altro tema a lui prediletto è quello del nudo femminile, di cui può essere considerato l'interprete più eroico: da la "Grande Bagnante", dipinto agli esordi della sua lunga e onorifica carriera, al "Bagno turco", una delle sue composizioni più felici, dipinto a 86 anni, Ingres trova infatti il modo, restando sempre fedele al suo stile, di superare la volontà di sensualismo e dargli valore di leggenda. Ma è soprattutto dai disegni che si riceve l'impressione più chiara della personalità dell'artista, delle sue debolezze, dei suoi tormenti e della sua grandezza. Con un senso eclettico particolare Ingres riunisce audacemente le sue molteplici fonti in una forma perfettamente chiusa in sè, ottenendo la sintesi attraverso la linea curva, con sviluppi di straordinario equilibrio. Georges Vigne ripercorre nel volume le tappe della biografia artistica di Ingres, coniugando le esigenze dello specialista con quelle del lettore comune. Prendendo in considerazione sia le opere pittoriche sia i disegni, Vigne compie una meticolosa ma affascinante indagine sulle fonti d'ispirazione, le tecniche, i temi iconologici e la fortuna critica del grande maestro francese, rivalutando la sua originalità e la sua grandezza nella storia della pittura moderna. La nuova datazione degli schizzi, dei disegni e dei quadri che emerge da questo libro porta poi un contributo prezioso alla ricerca, mettendo nel giusto valore la genesi e il gioco continuo delle ripetizioni che caratterizzano incontestabilmente la sua opera.
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